Una cena è un’ottima occasione, oltre che per gustare del buon cibo, per ritrovarsi con gli amici, conoscerne di nuovi, raccontarsi, condividere un momento piacevole senza pensieri.
È con questo spirito che tornano le “100 cene per Emergency”: aperitivi o cene organizzate durante il mese di Marzo dai gruppi di volontari sparsi su tutto il territorio italiano.
Si tratta di un’iniziativa lanciata nel 2014, anno del ventennale di Emergency, per ricordare il singolare modo in cui era nata l’associazione: Gino Strada, sua moglie Teresa e alcuni suoi colleghi che come lui avevano lavorato diversi anni in teatri di guerra internazionali, si erano ritrovati attorno a un tavolo di una cucina, durante una cena per l’appunto, a discutere dell’idea di fondare un’organizzazione che portasse cure mediche di qualità nelle parti più disparate del mondo, colpite da conflitti armati o prostrate dalla povertà. Non si voleva fornire della mera assistenza temporanea, ma sviluppare dei veri e propri progetti che comprendessero la costruzione di ospedali efficienti e ben organizzati, a prescindere che ci si trovasse nel cuore dell’Africa o in Iraq sotto i bombardamenti.
Un’utopia o, come ha più volte avuto modo di dire il suo fondatore, una vera follia che però, partendo dal primo intervento in Ruanda e continuando poi con la costruzione di ambulatori, centri chirurgici e di riabilitazione, posti di primo soccorso e ospedali pediatrici in Sudan, Iraq, Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Italia e da ultimo anche in Libia (Emergency – Cosa facciamo), ha fatto sì che in ventidue anni di attività più di 6 milioni di persone venissero curate gratuitamente e seguite in un percorso di rieducazione, reinserimento nel tessuto sociale e formazione professionale.
Un risultato incredibile, che attorno a quel tavolo non era nemmeno immaginabile, ma che è stato fortemente voluto ed è il frutto di un lavoro enorme, costante, quotidiano, improntato sulla ferma convinzione che il diritto alla cura spetti a qualunque individuo e non può dipendere dal contesto in cui nasce o dalla sua condizione economica.
Anche il gruppo di Busto Arsizio torna a “celebrare” questa utopia/follia che ha salvato milioni di vite umane: lo fa organizzando una cena il 19 marzo, alle 19.30, presso la Baita degli Alpini di Legnano, che ci ha già ospitato in diverse occasioni, mostrandoci vicinanza e collaborazione.
Potete scegliere fra due varianti di menu che comprendono antipasti, un piatto unico, dolce, vino, acqua e caffè al costo di 20 euro.
La prenotazione è obbligatoria.
L’incasso, al netto delle spese, sarà devoluto al Programma Italia: attivo dal 2006, ha portato alla nascita di ambulatori e poliambulatori fissi e mobili in tutto il territorio italiano, da nord a sud, per fornire medicina di base e un supporto nell’orientamento socio-sanitario a immigrati e cittadini italiani che, a causa di problemi economici, difficoltà burocratiche o non conoscenza dei propri diritti non hanno accesso alle cure o non sono a conoscenza degli iter da seguire per usufruire del Servizio Sanitario Nazionale, come è loro diritto.
Il Programma Italia vede la collaborazione di volontari civili, logisti, medici di base, infermieri e mediatori culturali è funge da anello di congiunzione tra le fasce più deboli della popolazione e le strutture pubbliche, che sono così supportate nell’assisterle e prenderle in carico.
Se era una follia pensare di costruire ospedali all’avanguardia in luoghi privi di risorse e martoriati da guerra e fame, è ancor più folle accettare che oggi, nel 2016, in un Paese che si definisce civile e moderno come l’Italia, il diritto alla salute non sia sempre garantito e attuato.
I volontari del gruppo di Busto vi aspettano per ritrovarvi o conoscervi, per fornirvi tutte le informazioni che vi interesserebbe avere sull’associazione e i sui diversi progetti o, molto più semplicemente, per passare una bella serata all’insegna della solidarietà, della condivisione e dell’allegria.
Non mancate!