IN ITALIA E NEL MONDO, EMERGENCY FA
IL TUO 5X1000 OVUNQUE E PER CHIUNQUE…E ANCHE CONTRO IL COVID!
Emergency opera da 26 anni in tutto il mondo per garantire a tutte le persone il diritto a cure gratuite e di alta qualità, coltivando e diffondendo al contempo una cultura di pace basata sull’eguaglianza e sul rispetto dei diritti umani.
L’attività di Emergency è iniziata con l’obiettivo di prestare soccorso e aiuto alle popolazioni nelle zone di guerra: il 90% delle vittime, infatti, è costituito da civili inermi che restano coinvolti in combattimenti, scontri a fuoco, attentati o che vengono colpiti da mine antiuomo di cui restano disseminati i campi di battaglia anche una volta che gli eserciti se ne sono andati.
Alla guerra vera e propria e agli scontri civili, fanno seguito situazioni di povertà, di degrado sociale, economico e sanitario, in cui è difficile costruire una normalità o reinventarsi un’esistenza, se si è diventati disabili a causa di una menomazione.
Sono diversi i luoghi dove, oggi, Emergency è presente: 18 Paesi in cui 10 milioni di persone hanno ricevuto cure gratuite: Iraq (1995), Afghanistan (1999), Sierra Leone (2001), Sudan (2004), Repubblica Centraficana (2009), Eritrea (2019), per citarne alcuni.
In ciascuno di questi Paesi, le attività dell’associazione si sono declinate secondo le urgenze, i bisogni e le necessità della popolazione, tenendo presente le patologie e le problematiche sanitarie più diffuse. Dalla “classica” chirurgia di guerra, i progetti si sono via via ampliati: centri di riabilitazione e laboratori protesici volti anche a favorire il reinserimento sociale e lavorativo di disabili e mutilati, centri di maternità, assistenza nei campi profughi, centri e ambulatori cardiochirurgici rivolti ai minori affetti da patologie cardiache, supporto alle strutture sanitarie locali messe in ginocchio da guerre civili e povertà, loro graduale riorganizzazione, formazione del personale medico e sanitario locale in collaborazione con i Ministeri della Salute e le università del luogo. Nel corso degli anni, sono state messe in campo tante attività diverse, per tipologia di pazienti e malattie, tutte accomunate da un’organizzazione efficace, efficiente e di livello pari a quelle occidentali. Essere nati in una parte o nell’altra del mondo, infatti, non può pregiudicare il diritto alla cura, a un’esistenza dignitosa, al ricevere assistenza in caso di necessità, pur essendo privi di risorse.
Tra i luoghi in cui Emergency ha scelto di operare, c’è anche l’Italia, dove è stato avviato un Programma specifico per garantire a tutti, italiani indigenti, migranti o persone in stato di fragilità, cure di medicina di base, assistenza e orientamento nel conoscere i propri diritti e modalità di accesso al Sistema Sanitario Nazionale.
Il Programma Italia è composto di ambulatori fissi (Marghera, Polistena, Castel Volturno, Napoli, Sassari) e mobili (Polibus, Politruck, Minivan attivi a Milano, in Italia Centrale in seguito ai terremoti, a Latina e in provincia di Macerata), sportelli di orientamento socio-sanitario a Brescia e Palermo, supporto Psicologico e di assistenza sanitaria ai braccianti, assistenza socio-sanitaria per i migranti in Sicilia, attività di assistenza psicologica e infermieristica post-terremoto in Centro Italia.
Con l’arrivo dell’Emergenza Covid-19, che ha letteralmente investito le strutture sanitarie, specie nel Nord Italia, la collaborazione di Emergency è stata richiesta grazie all’esperienza maturata soprattutto durante l’epidemia di Ebola in Sierra Leone nel 2014.
Con Milano Aiuta, in collaborazione col Comune e altre realtà associative e di volontariato, è stato implementato il “Progetto Domiciliarità, al fine di gestire le richieste di trasporto di beni (alimentari, di prima necessità e farmaci) per over 65, soggetti in quarantena e persone affette da fragilità o impossibilitate a muoversi. A oggi sono più di 3.000 le persone aiutate grazie a oltre 300 volontari.
Per i senzatetto, sono stati monitorati i centri cittadini dedicati a chi è senza fissa dimora, le strutture per minori stranieri non accompagnati e alcuni campi segnalati dal comune stesso. Lo stesso progetto è stato replicato a Venezia, Piacenza e Catania.
A Bergamo un team composto di 80 persone ha lavorato presso il presidio ospedaliero dell’ospedale Papa Giovanni XXIII allestito in Fiera, gestendo una terapia intensiva di 12 posti letto. L’équipe logistica e tecnica di Emergency è stata coinvolta fin dalle prime fasi, accanto a 300 volontari artigiani bergamaschi, 150 volontari della Sanità Alpina e 40 della Protezione Civile Ana. Le attività sono terminate il 26 maggio: la struttura diventerà un ambulatorio di follow-up dei pazienti Covid-19. A Brescia Emergency ha collaborato con la Direzione Sanitaria dell’Ospedale per proteggere il personale e la struttura dalla diffusione del contagio. A Camerino un team di psicoterapeuti, infermieri e logisti, offrono un servizio di ascolto e sostegno per personale sanitario, ex pazienti Covid o loro familiari che hanno subito un lutto a causa della pandemia. In Piemonte, in collaborazione con la Regione e Confindustria, è recentemente partito un progetto di supporto per le RSA già colpite da Covid-19 al fine di formare il personale delle strutture sui protocolli di sicurezza per proteggere la salute di staff e ospiti e arginare il contagio. Sopralluoghi e monitoraggi vengono effettuati, fornendo consulenze sanitarie e logistiche e condividendo protocolli specifici riguardanti igienizzazione, prevenzione, gestione del flusso sporco-pulito, compartimentazione, osservazione attiva per il rilevamento tempestivo dei sintomi del Covid-19 e l’isolamento delle persone infette.
Nei progetti in Italia, alle normali attività, è stato affiancato un protocollo di triage per individuare pazienti che presentano sintomi compatibili col virus, informarli e indirizzarli ai servizi competenti, così da tutelare la salute pubblica.
Sempre in un’ottica di prevenzione e preparazione, anche nei progetti esteri si sta già provvedendo a formare lo staff, allestire aree di triage e compartimentare spazi e flussi, così da intercettare rapidamente casi sospetti, riferirli alle strutture preposte e minimizzare il contagio all’interno degli ospedali.
In questi mesi tutti noi abbiamo visto coi nostri occhi quanto sia fondamentale poter contare su una sanità pubblica organizzata ed efficiente e, dove questa non arriva, quanto abbia contato l’impegno delle associazioni e dei singoli, ciascuno secondo le proprie competenze e capacità, in uno spirito di collaborazione e sostegno reciproco, durante una pandemia che nessuno di noi, probabilmente, avrebbe pensato di vivere così da vicino.
Per questo sostenere Emergency, attraverso il 5×1000, è oggi ancor più indispensabile.
Per permettere di sostenere i più fragili e, se la pandemia continuerà a colpire, intervenire con più energie, specie in zone già martoriate dalla guerra, dalla povertà e da condizioni igieniche non certo favorevoli al contrasto del virus.
Emergency continuerà a lavorare qui, in Italia, con un’attenzione maggiore e una cura particolare verso chi ha vinto il Covid-19 ma ne porta i segni a livello emotivo o psicologico, perché provato dalla quarantena, dall’aver lavorato in prima linea con ritmi pressanti e livelli di stress altissimi.
Possiamo farcela, ognuno nel suo piccolo, ognuno dando il suo contributo, ognuno collaborando e guardando all’altro, vicino o lontano che sia.
————————-
EMERGENCY ENTRA NEL MONDO DEI PODCAST CON LA NUOVA CAMPAGNA 5X1000
La campagna 5×1000 2020 sarà diffusa anche via podcast: grazie alla piattaforma Spreaker la storia e i valori dell’associazione potranno raggiungere un nuovo tipo di pubblico, quello degli ascoltatori di podcast, che in Italia è sempre più in crescita.
————————-
FINE DEL LOCKDOWN…MA IL MONDO NON È CAMBIATO
Continuano i naufragi nel Mediterraneo: il flusso di persone in cerca di un futuro migliore non si è arrestato. Il problema non si è dissolto: persiste in tutta la sua drammaticità.
In un’intervista a RadioPopolare, Carlotta Sami, portavoce italiana dell’UNHCR, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, ha dichiarato che le partenze dalla Tunisia sono triplicate rispetto al passato, a causa non solo della situazione in Libia, ma anche di una forte crisi economica che ha colpito negli ultimi mesi lo Stato nordafricano.
All’alba di Venerdì 12 Giugno, nella baraccopoli di Borgo Mezzanone (FG), forse la più grande d’Europa, un incendio ha colto nel sonno un bracciante senegalese di 37 anni. Si tratta della quarta vittima in un anno e mezzo e del settimo incendio scoppiato nel ghetto pugliese. Ne hanno parlato Fanpage e Avvenire.
Fa sempre bene tornare a leggere Dove l’erba trema: vite invisibili nelle campagne d’Italia (il capitolo La bella stagione, in particolare, è dedicato alla Puglia).
Non si placano, in tutto il mondo, le proteste dopo la morte di George Floyd, negli Stati Uniti. A pochi giorni di distanza, casi analoghi si sono ripetuti ad Atlanta e in Canada. Vi proponiamo l’articolo George Floyd: il razzismo ha radici lontane, pubblicato da unimondo.org.
EMERGENCY CONTINUA A CREDERE CHE UN ALTRO MONDO È POSSIBILE.