È partita l’iniziativa My marathon for Emergency. 20mila km virtuali da percorrere in solitaria, ognuno a modo suo, per un fine comune: raggiungere e unire in un abbraccio ideale tutte le strutture sanitarie di EMERGENCY in Italia e nel Mondo.
Trovate tutte le info al sito MY MARATHON FOR EMERGENCY: quasi 600 persone hanno già aderito, per un totale di oltre 9mila km percorsi!
Avete tempo fino al 7 marzo per iscrivervi e partecipare: spazio alla fantasia e “date gas ai motori”!
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100VETTE: FANNO 64!
Il 21 febbraio, Giuliano ha raggiunto la 64ma cima: Monte San Primo, Triangolo Lariano.
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VACCINI ANTI-COVID19: IL PUNTO DI VISTA DI EMERGENCY E OXFAM
Perché il vaccino sia disponibile per tutti, in modo equo.
Leggi il punto di vista di Emergency insieme a Oxfam e la lettera-appello al Governo Italiano.
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NON C’È PACE PER L’AFGHANISTAN
Un altro attentato domenica 21 febbraio.
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EMERGENCY VINCE IL PREMIO EUROPEO PER LA SOCIETÀ CIVILE
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha proclamato i vincitori del Premio CESE per la solidarietà civile, indetto nel 2020 come riconoscimento di carattere eccezionale sul tema “La società civile contro la COVID-19”.
EMERGENCY vince nella categoria “transnazionale”, per l’assistenza fornita in Europa e nel mondo nel contenimento della pandemia, in particolare attraverso il suo Modello riproducibile di misure di sicurezza e protezione.
Leggi il Comunicato Stampa.
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SICURI NEI NOSTRI CONFINI
Fortress Europe, la fortezza Europa, si barrica nuovamente entro i propri confini e sceglie la via dell’esclusione, senza appelli, senza se e senza ma.
Ancora una volta, ci si vuole convincere che voltare lo sguardo, girare la testa dall’altra parte, sarà sufficiente per assolverci da tutte le colpe di cui ci siamo, direttamente o indirettamente, macchiati in questi anni. Troppe volte abbiamo scelto di fingere che i numeri sulle “carrette del Mediterraneo”, il Mare Nostrum, fossero solo delle cifre sterili, senz’anima. Ma sapremmo bene, se ci fermassimo e pensassimo, che la realtà è ben diversa da come ce la siamo voluta raccontare. Quelle cifre scritte a ogni barcone affondato, nero su bianco, sono vite umane perse. Vite umane di adulti, bambini, madri, padri, fratelli, sorelle: vite.
Ma il “pericolo” viene anche da Est, lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, giusto al di là dell’Adriatico. A sud, nelle isole greche, come a nord, in Bosnia-Erzegovina ci sono campi profughi, più o meno ufficiali, in situazioni a dir poco disastrose. Ne parla Maddalena D’Aquilio su unimondo.org, in due articoli che ripercorrono le tappe di una situazione insostenibile, peggiorata dalla pandemia, in Grecia, e dal freddo dell’inverno, in Bosnia.
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RICORDA LA TESSERA DI EMERGENCY!