Target n. 100: da Aprile 2009, cento newsletter, cento appuntamenti mensili, cento viaggi in giro per il mondo di Emergency, nei suoi ospedali, nei suoi ambulatori, nei suoi eventi, tra i suoi volontari.
Vi abbiamo raccontato dei nostri centri, che fossero in via di realizzazione, ammodernamento o ormai ben avviati e in grado di camminare “sulle proprie gambe” ed essere quindi gestiti dalle autorità locali del Paese di turno cui abbiamo dedicato anni di impegno, fatica, passione e che abbiamo salutato con un po’ di malinconia, ma anche tanto orgoglio e gioia nel vedere realizzato un progetto che avrebbe continuato a essere un punto di riferimento per la popolazione.
Vi abbiamo parlato dei progetti iniziati in aree disagiate, spesso con grandi difficoltà, non solo all’Estero ma anche nella nostra bella, moderna e civile Italia che, tuttavia, ha luoghi in cui la bellezza, la modernità e la civiltà non si sa nemmeno cosa siano, così come il diritto alla salute e alla propria dignità: dai poliambulatori di Palermo, Polistena e Marghera dove son sempre più gli italiani che ingrossano le fila dei nostri pazienti assieme agli stranieri, al Politruck di Milano, agli ambulatori di Castel Volturno (CE) e Napoli, passando per i polibus che percorrono il lungo e il largo le campagne del sud Italia, prestando assistenza medica ai braccianti o fornendo supporto ai terremotati in Emilia e in Centro italia, fino ad arrivare all’accoglienza dei migranti sbarcati nei nostri porti dopo traversate tragiche e spesso mortali per molti.
Abbiamo condiviso con voi l’emergenza di Ebola in Sierra Leone, che è stata a un passo dal trasformarsi nella più grave epidemia di questo secolo dopo il flagello dell’AIDS. Quei giorni d’estate torridi in cui ci si è mobilitati in fretta e furia, si è messo su un piccolo ospedale nel giro di meno di due mesi dove il personale si alternava in turni massacranti a rischio della propria vita, non ce li scorderemo mai: come non ci scorderemo mai la gioia provata dinanzi al primo paziente guarito, al vedere che impostando delle rigide procedure sanitarie e un metodo di cura e lavoro scrupoloso, non solo le persone guarivano, ma i contagi diminuivano e il pericolo gradualmente rientrava.
E poi, ancora, la nostra massiccia presenza nel martoriato Afghanistan, tra Centri chirurgici, Centri di Primo Soccorso e il nuovo Centro di Maternità: una vera svolta sociale e culturale in un Paese in cui essere donna è difficile e diventare madre significa spesso rischiare la vita per banalissimi motivi.
L’Iraq, dove ai Centri Chirurgici se ne è affiancato uno di riabilitazione per dare una seconda e concreta chance ai civili feriti nei combattimenti, per guardare oltre il dolore, la sofferenza, la disabilità. Sempre in Iraq siamo tornati a Erbil, che avevamo dato in gestione al Ministero della Sanità, e ci stiamo adoperando nei campi profughi, attraverso l’allestimento di centri sanitari.
L’orgoglio infinito per il Centro Cardiochirurgico di Salam, in Sudan, che per molti, quando si iniziò a metterlo in piedi, era una follia irrealizzabile.
Il Centro Pediatrico di Bangui, progetto “adottato” dal nostro gruppo: un piccolo ospedale che offre cure gratuite ai minori fino ai 12 anni e corsi di educazione sanitaria ai loro familiari. Il gran lavoro del nostro personale è stato molto apprezzato dalle autorità locali, le quali hanno richiesto la nostra presenza per gestire meglio il Complexe Pediatrique, l’ospedale pubblico. Sempre a Bangui abbiamo aiutato a ripristinare la Banca sangue e stiamo collaborando con l’Università attraverso percorsi formativi, con l’obiettivo di dare una nuova classe medica e infermieristica al Paese e, una volta di più, guardare avanti.
L’avventura in Libia, durata purtroppo solo dieci mesi, ma in cui abbiamo fatto tutto il possibile in condizioni a dir poco proibitive.
Abbiamo cercato anche, nel nostro piccolo, di tenervi aggiornati sugli avvenimenti internazionali che toccavano i principali teatri di guerra sparsi per il mondo, lontani migliaia di km da noi e spesso completamente ignorati dai media.
E le storie! Quante storie! Quante testimonianze!
Di medici, infermieri, fisioterapisti e pazienti di ogni età, alcuni dei quali, una volta ristabilitisi, hanno deciso di mettersi al servizio di Emergency, della loro comunità, unendo la possibilità di lavorare a quella di aiutare i loro connazionali.
E, infine, i resoconti degli incontri nazionali e le tante iniziative messe in piedi da noi volontari, che cerchiamo di fare del nostro meglio stando dietro le quinte, affinché chi è in prima linea abbia sempre mezzi e risorse per fornire cure gratuite e di qualità.
Ci sono stati tanti eventi in questi anni: aperitivi, cene, feste estive, concerti, serate a tema, dibattiti e noi eravamo lì tra uno spritz, un pasto cucinato tra chiacchiere e risate, eravamo accanto a voi a cantare e ballare e a vostra disposizione per raccontarvi meglio un progetto, il suo obiettivo, come era strutturato.
Così come eravamo ai banchetti, nelle varie piazze, fuori da qualche teatro.
Abbiamo cercato di coinvolgervi sempre, non solo per raccogliere fondi, ma per farvi toccare con mano e da vicino cos’è Emergency, quali sono i suoi principi, lo spirito che la guida, quanto e perché crediamo sia importante coltivare e diffondere una cultura di pace, ribadire l’uguaglianza di ogni individuo, preservarne l’unicità e la dignità, garantirne i diritti senza distinzioni.
Insomma: ce ne siamo dette di cose, eh? E tante ancora ve ne diremo, perché molto ancora c’è da raccontare, da fare, da realizzare, da migliorare.
Target, per farlo, cambia vestito: la newsletter non sarà più sotto forma di mail, bensì verrà pubblicata sulla pagina Facebook del Gruppo di Busto Arsizio.
Per chi non utilizza Facebook, c’è l’alternativa del nostro sito, in modo da restare aggiornati con un click.
Abbiamo deciso di cambiare perché diventasse più facilmente e comodamente consultabile: sappiamo tutti che le giornate sono fatte di mille cose e mille impegni e a volte non si ha tempo per soffermarsi a controllare la posta. In questo senso un social network come Facebook o un sito internet sono più immediati e diretti.
Continuate perciò a seguirci e, visto che ora ce ne sarà la possibilità, a condividerci: così che quanto mese dopo mese vi raccontiamo, i “nostri” luoghi, le “nostre” esperienze, i “nostri” eventi divengano i luoghi, le esperienze e gli eventi di quante più persone possibili.
Al prossimo numero del nuovo Target, dunque!